Deep Fake: Profili penali e responsabilità dei Social Network

L'avvento dei deep fake, video e immagini iperrealistici creati con l'intelligenza artificiale, ha aperto nuove frontiere, non solo tecnologiche, ma anche giuridiche. La capacità di manipolare la realtà in modo così convincente pone seri interrogativi sulla tutela della reputazione, dell'immagine e della dignità delle persone. Questo articolo analizzerà i reati che possono configurarsi con la diffusione di deep fake e la potenziale responsabilità dei social network in caso di mancata rimozione dei contenuti illeciti.

Cosa sono i Deep Fake?

I deep fake sono contenuti multimediali (video, immagini, audio) creati o manipolati con tecniche di intelligenza artificiale, in particolare il deep learning. Queste tecniche permettono di sovrapporre il volto di una persona a un corpo diverso, di far dire a qualcuno cose che non ha mai detto, o di creare situazioni completamente false, ma incredibilmente realistiche. La facilità con cui si possono creare e diffondere deep fake, unita alla loro capacità di ingannare, li rende uno strumento potenzialmente pericoloso.

Reati Configurabili con la Diffusione di Deep Fake

La diffusione di deep fake può integrare diversi reati previsti dal codice penale italiano, a seconda del contenuto e dello scopo della manipolazione. Ecco alcuni esempi:

Diffamazione (Art. 595 c.p.)

Se un deep fake diffonde informazioni false e lesive dell'onore e della reputazione di una persona, si configura il reato di diffamazione. Ad esempio, un video in cui una figura pubblica sembra commettere un atto illecito o pronunciare frasi offensive. La pena prevista è la reclusione fino a un anno o la multa fino a 1.032 euro. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità (come i social network), la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro.

Esempio pratico: Un deep fake che mostra un politico mentre riceve una tangente, anche se completamente falso, può danneggiare irreparabilmente la sua immagine pubblica e integrare il reato di diffamazione.

Sostituzione di Persona (Art. 494 c.p.)

Se un deep fake viene utilizzato per spacciarsi per un'altra persona al fine di ottenere un vantaggio o arrecare un danno, si configura il reato di sostituzione di persona. La pena prevista è la reclusione fino a un anno.

Esempio pratico: Un deep fake utilizzato per accedere all'account bancario di una persona o per compiere truffe online.

Revenge Porn (Art. 612-ter c.p.)

La diffusione di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta è un reato punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro. Se un deep fake viene utilizzato per creare immagini o video sessualmente espliciti falsi che coinvolgono una persona senza il suo consenso, e questi vengono diffusi, si configura il reato di revenge porn.

Esempio pratico: La creazione di un deep fake che mostra il volto di una persona su un corpo in un video pornografico e la successiva diffusione del video online.

Stalking (Art. 612-bis c.p.)

Se la creazione e la diffusione di deep fake rientrano in una condotta persecutoria e reiterata che causa alla vittima un grave stato di ansia o di paura, o che le ingenera un fondato timore per la propria incolumità o per quella di un prossimo congiunto, si configura il reato di stalking, punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Esempio pratico: La creazione e la diffusione ripetuta di deep fake denigratori nei confronti di una persona, accompagnate da messaggi minacciosi.

Responsabilità dei Social Network per la Mancata Rimozione dei Deep Fake

La questione della responsabilità dei social network per la mancata rimozione di contenuti illeciti, inclusi i deep fake, è complessa e dibattuta. In linea generale, i social network non sono considerati responsabili per i contenuti pubblicati dagli utenti, a meno che non siano a conoscenza della loro illiceità e non intervengano tempestivamente per rimuoverli. Questa impostazione deriva dalla Direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico, recepita in Italia con il D.Lgs. 70/2003, che prevede un regime di esenzione dalla responsabilità per i provider di servizi di hosting.

Tuttavia, questa esenzione non è assoluta. I social network hanno l'obbligo di attivarsi per rimuovere i contenuti illeciti una volta che ne sono venuti a conoscenza. La conoscenza può derivare da una segnalazione da parte della vittima o di terzi, oppure da un'attività di monitoraggio proattiva da parte del social network stesso.

In caso di mancata rimozione tempestiva di un deep fake illecito, il social network può essere ritenuto responsabile a titolo di concorso nel reato commesso dall'autore del deep fake, oppure a titolo di responsabilità civile per il danno causato alla vittima.

Riferimenti normativi:

  • Art. 2043 c.c. (Responsabilità extracontrattuale)
  • Art. 595 c.p. (Diffamazione)
  • Art. 494 c.p. (Sostituzione di persona)
  • Art. 612-ter c.p. (Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti)
  • Art. 612-bis c.p. (Atti persecutori)
  • D.Lgs. 70/2003 (Attuazione della direttiva 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico)

Risarcimento del Danno

La vittima di un deep fake illecito ha diritto al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito. Il danno patrimoniale può consistere, ad esempio, nella perdita di opportunità lavorative o nella diminuzione del valore della propria immagine. Il danno non patrimoniale comprende il danno morale, il danno all'immagine e il danno alla reputazione.

La quantificazione del risarcimento del danno è rimessa alla valutazione del giudice, che terrà conto di diversi fattori, tra cui la gravità dell'offesa, la diffusione del deep fake, la notorietà della vittima e le conseguenze negative subite.

Consigli Pratici

  • Segnalare immediatamente il deep fake al social network: La segnalazione è fondamentale per attivare la procedura di rimozione del contenuto illecito.
  • Conservare le prove: Effettuare screenshot o registrazioni del deep fake e della sua diffusione.
  • Denunciare il fatto alle autorità competenti: Presentare una denuncia alla polizia postale o alla procura della Repubblica.
  • Consultare un avvocato: Un avvocato specializzato in diritto penale e diritto dell'immagine potrà fornire assistenza legale e valutare le azioni da intraprendere per tutelare i propri diritti.

Conclusioni

I deep fake rappresentano una sfida complessa per il diritto penale e la tutela dei diritti fondamentali. È necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga legislatori, giuristi, tecnici e social network per sviluppare strumenti efficaci per contrastare la diffusione di deep fake illeciti e proteggere le vittime. La consapevolezza dei rischi e la prontezza nella segnalazione e nella denuncia sono fondamentali per arginare questo fenomeno e tutelare la propria immagine e reputazione.